Quali sono le radici più profonde di quel mix di culture che chiamiamo ‘civiltà mediterranea’? Quali commistioni e quali scambi hanno prodotto il suo frutto più completo, ossia la città, come luogo delle comunità che plasmano il loro territorio e i loro spazi? Quali elementi formarono il sostrato condiviso di usanze, tradizioni, idee, scoperte ed innovazioni che hanno messo a confronto e mischiato popoli diversi per millenni. Cosa ha fatto, dalla ceramica alla metallurgia, dalla gastronomia all’architettura, dall’arte alla religione di un mare una culla di civiltà? L’archeologia può servire a sviluppare queste domande e cercare delle risposte non scontate, toccando con mano quello che gli antichi popoli del Mediterraneo ci hanno lasciato. Punto di osservazione privilegiato del corso è l’antica città fenicia di Mozia, posta al centro del “mare di mezzo”. Attraverso l’esperienza diretta dello scavo, con immagini prese dal vivo, il corso vuole far toccare a chi vorrà parteciparvi le tessere del grande mosaico della civiltà mediterranea. Il diario dello scavo - il libro dell’archeologo - e la piccozzina usata per scavare saranno i due strumenti che ci condurranno attraverso il mare a scoprire cosa furono realmente queste antiche città, e come il loro contributo è ancora parte della nostra memoria condivisa.