Il romanzo è costruito come una sorta di diario del protagonista, che racconta le sue ultime riflessioni, paure e disperazione mentre attende l'esecuzione. Non conosciamo i dettagli del crimine commesso, poiché Hugo vuole spostare l'attenzione sulla sofferenza psicologica e sull'umanità del condannato, piuttosto che sui fatti del suo processo. Attraverso le sue parole, l'autore denuncia l'atrocità e l'inumanità della pena di morte, invitando il lettore a riflettere su temi come la giustizia, la libertà e la compassione.
L'opera, sebbene breve, è densa di emozioni e profondamente coinvolgente. Hugo utilizza uno stile diretto e intimo per far sentire al lettore l'angoscia crescente del condannato, trasformando il romanzo in una toccante meditazione sulla vita e la morte. "L'ultimo giorno di un condannato a morte" è considerato una delle prime grandi opere di denuncia contro la pena capitale, influenzando il dibattito sulla giustizia nel XIX secolo.